ggi che le armi ex-ordinanza hanno un loro mercato consolidato, chi non saprebbe apprezzare un bel Mauser portoghese, in 7,9x57 JS?

Soprattutto se monomatricola, e stampigliato un po' ovunque con i marchi di accettazione tedeschi.

 
     
 

 
     
   
     
  Al tempo! Ma non si era detto 7,9x57 JS? E questa palla, che da sola è grande quanto una cartuccia   del .45 ACP?  Qui, che ci sta a fare?  
     
 

 
     
  Nessun problema, perché non abbiamo a che fare con una ex-ordinanza. O, almeno, non più.  
     
 

 
     
  Stavolta dedichiamo alcune attenzioni ad una carabina da caccia in calibro .458 Winchester Magnum, realizzata a partire da una azione militare Mauser.  
  Il .458 WM, ideato nel secondo dopoguerra dalla Winchester, è, nei caricamenti tradizionali, idoneo esclusivamente alla caccia della pericolosa selvaggina africana di grandi dimensioni.  
  L'introduzione di questo calibro, che risale al 1956, abbinata ad una versione della carabina Winchester 70 denominata non a caso "African", se non segna l'inizio del declino delle armi inglesi destinate allo stesso tipo di selvaggina, da caricare con munizioni accuratamente cucite addosso ad esse in modo quasi artigianale, di certo le mette in ombra.  
     
 

 
     
  Perché il mercato di riferimento di questa accoppiata è quello nord-americano, ed il cliente di quei luoghi è abituato ad "ottenere" al solo apparire del suo portafogli: non se ne parla proprio di attendere mesi, quando non più di un anno, per avere un'arma.  
  Inoltre l'acquirente della bolt action Winchester non solo non è disposto ad aspettare il tempo necessario ad acquistare un express inglese, forse non vuole nemmeno pagarne il giusto, ma elevato, prezzo.  
  Sto consultando alcuni vecchi cataloghi dei primi anni ‘70, dai quali riporto alcuni prezzi di carabine bolt action:  
 
  • Winchester "70 Standard"       120.000 Lire ("African"     255.000 Lire)
  • Zbrojovka-Brno "ZKK 600"      121.000 Lire ("ZKK 602"  prezzo a richiesta)
  • John Rigby & C. "Export"        405.000 Lire ("Big Game"   465.000 Lire)
 
  L'express Holland & Holland Ltd. più economico (si fa per dire, il modello si chiama Royal) viene proposto a 3.525.000 Lire, la versione Royal De Luxe a 3.935.000 Lire.  
  In realtà, i prezzi inglesi sono espressi in sterline, poi bisogna calcolare il prezzo in Lire assumendo che la sterlina valga 1.500 Lire: e poi ci si meraviglia se il nostro bravo cliente americano evita di acquistare dal cugino inglese…  
  Le munizioni Kynoch per gli express al tempo stanno 1.000 Lire a colpo (uno per l'altro), contro le 600 di un colpo in .458 WM. Una 30-06 della RWS con palla TUG viene 320 Lire, mentre caricata con una comune SP solo 200 (più o meno, a seconda della marca).  
     
 

Nel 1972, lo stipendio mensile di un operaio statale neo-assunto con la qualifica di operaio non arriva a 110.000 Lire: con quella cifra non si naviga nell’oro, però si sta già meglio di chi ne percepisce appena 65.000 lavorando "in nero" come autista per una scuola privata.

 
  Un impiegato di banca, laureato, di buon livello, arriva a 240.000 Lire, un magistrato della Corte di Cassazione a 400.000.  
     
  Parker-Hale Ltd. riesce a proporre il suo modello "1000 Standard" a 105.000 Lire, mentre per il suo modello "African" chiede 177.000 Lire.  
  I prezzi di Parker Hale sono bassi, ma la Ditta non può certo sfruttare i vantaggi di una  ingegnerizzazione taglia-costi simile a quella che Winchester ha messo in atto nel 1964: come si spiegano quei prezzi? Forse si spiegano perché, come sta scritto tra le righe della descrizione dell'arma, per realizzare le sue carabine usa azioni Mauser 98 ex-militari.  
  Del resto quella della trasformazione di surplus militari è una pratica consolidata presso la Parker Hale, che in catalogo ha un modello "303" che è visibilmente uno SMLE in borghese.  
     
 

 
 

 

 
  Al tempo armi surplus militari sono disponibili in grande quantità, ed in condizioni niente affatto disprezzabili: cosa farne, dato che il mercato delle ex-ordinanze non è ancora nato?  
  Quello che si è sempre fatto: le si trasforma in armi da caccia.  
     
  Ed è quello che fa anche Armando Piscetta.  
     
 

 
     
  La versione in calibri standard della sua carabina AP98 ha un prezzo di 90.000 Lire, e nessuno nel 1972 riesce a fare di meglio.  
  Sicuramente ne deve esportare ben più di quante non ne venda in Italia, anche perché la caccia con l'arma lunga rigata, in Italia, non è ancora diffusa quanto lo è oggi, ad oltre trent'anni di distanza.  
  Non pare quindi strano che si sia cimentato anche con un calibro "da elefanti", del tutto sovrabbondante, a meno di non trovarsi in Africa.  
  Il risultato tutto sommato convince, nonostante qualche peccato di standardizzazione.  
     
  Passi per l'alleggerimento del manubrio dell'otturatore, utile su calibri meno robusti per non interferire con un ottica e superfluo su un'arma che difficilmente la vedrà montata.  
     
 

 
     
  Ma la tacca di mira è decisamente troppo chiusa per un tiro che può dover essere istintivo, quasi d'imbracciata, date le ridotte distanze a cui si tira ad un selvatico pericoloso.  
     
 

 
     
  Giustamente, dato il rinculo poderoso di un colpo a piena carica, il coprimirino è fissato con una vite alla rampa del mirino.  
     
 

 
     
  Ma, forse, altrettanta attenzione avrebbe potuto essere data alla calciatura, o, meglio, alla spalla del tiratore: la sezione del calciolo, apparentemente, resta quella delle altre carabine dello stesso modello, realizzate, però, in calibri più gestibili.  
     
 

 
     
  Più o meno pieno che sia, il calcio contribuisce ad un peso totale dell'arma di 3,9 kg, che potremmo valutare come medio-basso, per il calibro impiegato (ma non dimentichiamo che la canna è lunga solo 500 mm).  
     
 

 
     
  E, sempre per il calibro impiegato, è bene che legno e ferro siano tenuti saldamente uniti l'uno all'altro!  
     
 

 
     
 

Un robusto ferro da tiro, dunque, senza fronzoli, alla portata di tutti.

 
  Tutti quelli in grado di farne uso profittevole, ovviamente: perché se è vero che un pennello in mano ad un individuo non è indice di garanzia delle sue capacità pittoriche (siano esse votate a tele, come a soffitti), lo stesso si verifica, cambiando quel che c’è da cambiare, quando ad essere strumento è uno schioppo!  
     
   Frank Mancuso  
     
 

 

 
 

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